I cercapersone si usano ancora negli ospedali?

Con l’evoluzione tecnologica oggi disponibile nel mondo della comunicazione ospedaliera c’è ancora spazio per il cercapersone?

La risposta è affermativa: il cercapersone – una tecnologia inventata 50 anni fa – è ancora lo strumento principale per la comunicazione fornito dagli ospedali ai propri medici e infermieri.

Che cosa rende questo dispositivo preferibile rispetto a strumenti tecnologicamente più evoluti?

Uno dei fattori è che alcune aree degli ospedali non sono coperte dal servizio cellulare, un esempio è la Radiologia, dove le pareti sono impenetrabili dai raggi x ma anche dal segnale cellulare. Per il cercapersone è diverso: il suo segnale viene inviato come segnale radio a frequenza molto elevata, che ottiene un intervallo simile a una trasmissione radio FM.

Un altro punto a favore del cercapersone è la durata della batteria: il cercapersone ha il vantaggio di avere un’autonomia molto maggiore di quella di un telefono cellulare; necessita di una ricarica settimanale o bisettimanale e questo fa sì che sia meno esposto al rischio di rimanere scarico al momento del bisogno.

La sicurezza dei dati trasmessi è un ulteriore elemento che induce gli ospedali a favorire il cercapersone: a differenza del telefono cellulare, il cercapersone garantisce un livello di sicurezza più elevato, in quanto invia solo messaggi numerici o messaggi di testo di base.

Tutto questo è confermato da uno studio pubblicato sul Journal of Hospital Medicine, basato sul database della Society of Hospital Medicine e dal quale è emerso che nel mondo il cercapersone rimane la tecnologia più utilizzata dai medici ospedalieri.

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