Gli impianti interfonici sono uno strumento prezioso, spesso insostituibile, negli ambienti lavorativi dove si effettuano comunicazioni a mani libere, di emergenza, servizio e operative. Oltre alla qualità della voce, grazie ai codec ad alta efficienza con campionamento fino a 16 kHz (HD/eHD), gli interfoni digitali assicurano un’elevata flessibilità di utilizzo e possono essere integrati con altri sistemi tecnologici come cercapersone e PA. I sistemi interfonici trovano largo impiego anche in ambienti sterili e controllati come ospedali, laboratori farmaceutici e camere bianche, dove le comunicazioni a mani libere sono frequenti e indispensabili. Pensiamo, ad esempio, alle sale operatorie, di terapia intensiva e degenza ad elevato rischio di contagio (es.: reparti Covid-19), nelle aree dove si effettuano analisi biologiche, si producono e preparano i farmaci, ovvero in quelle situazioni dove gli operatori devono poter comunicare in tutta sicurezza, senza dover premere tasti o schermi touch.
A differenza di quelli impiegati in ambienti industriali e uffici, gli impianti interfonici per ambienti sterili devono soddisfare standard di igiene e sicurezza molto rigorosi per assicurare un elevato grado di protezione al personale, ai pazienti e ai loro familiari. Inoltre devono essere progettati con una particolare attenzione ai materiali, alla componentistica ed al design. Devono assicurare la massima facilità di pulizia e decontaminazione, ridurre al minimo le possibilità di accumulo di sporcizia e polvere (bordi sigillati, assenza di fori o nicchie), resistere a liquidi e polveri (agenti chimici e disinfettanti), poter essere utilizzati anche al buio grazie a tastiere e display retroilluminati così come quando si indossano i DPI (guanti, mascherine, schermi protettivi, ecc.). La questione presidi non riguarda solo la tastiera ma anche (e soprattutto) il microfono integrato, dotato di elevata sensibilità e selettività grazie anche alle tecnologie di riduzione intelligente del rumore. Quest’ultimo è un requisito importante anche quando l’operatore si trova ad una certa distanza dall’interfono ed è impegnato in operazioni che non possono essere sospese per avvicinarsi ad esso.
Alcuni modelli sono ricoperti da lamine e pellicole particolarmente resistenti alla contaminazione microbica (con funzione inibitrice) e pannelli in alluminio o acciaio inox ad elevato spessore e resistenza meccanica per garantire un elevato grado di protezione (tipicamente IP65/IP66). Tutti gli impianti interfonici possono essere connessi via bus o rete IP. I primi sono composti da un’unità centrale a cui vengono collegati diversi moduli mediante cavi FTP, così da permettere di realizzare un impianto interfonico in modalità stellare oppure mista bus/stellare. I secondi sono basati su sistemi IP nativi e permettono la comunicazione tra le diverse stazioni interfoniche attraverso il protocollo SIP, lo standard per le comunicazioni in tempo reale usato per creare, modificare, e terminare sessioni con uno o più partecipanti in una rete IP. Gli interfoni IP più evoluti sono dotati di telecamere a colori per migliorare l’efficacia della comunicazione e possono anche supportare la ricezione di chiamate su smartphone, tablet, PC e telefoni SIP, GSM, DECT e analogici.